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Nella scelta del servizio di hosting è bene prestare attenzione ad una serie di aspetti, che possono incidere in maniera più o meno significativa sull’indicizzazione, sulla stabilità e sull’accessibilità del sito agli utenti ed ai motori di ricerca.
Distinguiamo innanzitutto tre principali tipologie di hosting: hosting condiviso, Server Privato Virtuale (VPS) e hosting dedicato: ciascuna di esse possiede una specifica modalità di funzionamento e determinati vantaggi e svantaggi da prendere in considerazione in fase di acquisto.
L’hosting condiviso (shared hosting) è così chiamato perché su un unico server fisico sono memorizzati più siti web, che ne condividono le risorse. Ogni utente ha a disposizione un pannello di controllo per gestire il proprio account.
Gli svantaggi dell’hosting condiviso risiedono nella possibilità che insorgano rallentamenti nel caricamento delle pagine del sito o problemi di stabilità (a causa dell’elevato numero di siti ospitati sul server o della mancata capacità da parte del server di far fronte ad elevati carichi di lavoro) e nelle limitate capacità di personalizzazione e di controllo a disposizione dell’utente (i parametri di configurazione sono configurati allo stesso modo per ogni utente dell’ambiente).
L’hosting condiviso è principalmente rivolto a privati, per siti statici o dinamici di piccole dimensioni caratterizzati da un numero di visite contenuto e da un ridotto utilizzo di risorse.
Il Server Privato Virtuale (VPS) è una via di mezzo tra l’hosting condiviso e l’hosting dedicato.
Il VPS prevede il partizionamento di un server fisico in un certo numero di server virtuali. Per mezzo della tecnologia di virtualizzazione, ciascuno di questi server virtuali dispone delle funzionalità di un server dedicato indipendente: è dotato di un proprio sistema operativo (Windows o Linux) e di una certa quota di CPU, memoria e disco. Il ricorso alla virtualizzazione, grazie alle maggiori garanzie ed alla ridondanza di qualità superiore offerta al cliente, riduce quasi a zero le possibilità di downtime. I parametri di configurazione del Server Privato Virtuale possono essere controllati attraverso un’interfaccia di gestione web.
Il Server Privato Virtuale offre una maggiore flessibilità, affidabilità ed efficienza rispetto all’hosting condiviso (ad un costo superiore – in media, da 10 a 60 euro al mese) ed è adatto a siti web medio/grandi.
L’hosting dedicato (dedicated hosting) è un tipo di hosting in cui, a differenza dei precedenti, le risorse del server non sono condivise con altri utenti.
Chi decide di ricorrere a questa soluzione noleggia una macchina server, con la possibilità di intervenire in piena libertà sulle impostazioni di sistema e di sfruttarne appieno le risorse hardware. La gestione e configurazione dei server dedicati avviene tipicamente a distanza da parte del fruitore del servizio; non è pertanto richiesta la sua presenza presso i locali in cui è fisicamente collocata la macchina.
Sono disponibili sia soluzioni di hosting dedicato Linux, sia hosting dedicato Windows. Esistono hosting con server dedicato managed e unmanaged: nel primo caso il servizio è interamente gestito da parte dello staff tecnico (con pieno supporto in caso di problemi, guasti o aggiornamenti), mentre nel secondo il servizio comprende esclusivamente l’affitto del server e la configurazione di base.
L’hosting dedicato può essere la scelta ideale quando si ha l’esigenza di acquistare uno spazio web in grado di gestire alti volumi di traffico ed un elevato consumo di risorse e si cerchino elevati standard in termini di efficienza ed affidabilità. L’hosting dedicato comporta naturalmente dei costi più elevati rispetto alle soluzioni precedentemente descritte: indicativamente, la spesa mensile media è compresa tra i 30 ed i 400 euro.
Prima di scegliere una delle soluzioni presentate occorre riflettere attentamente sulle proprie esigenze in termini di servizi, utenza e traffico.
E’ facile comprendere come, in presenza di siti consolidati o destinati ad attrarre un significativo volume di traffico, l’hosting condiviso non possa costituire la scelta migliore, in vista delle modeste prestazioni di questa soluzione e del rischio che possano esservi periodi di downtime (con tutti i problemi che possono derivarne sul fronte del posizionamento, specie in presenza di downtime prolungati nel tempo).
D’altronde, occorre tenere conto anche del proprio budget economico: non avrebbe ugualmente senso optare per una soluzione troppo dispendiosa rispetto a quelle che sono le reali necessità in termini di velocità e affidabilità per il proprio sito.
Indipendentemente dalla soluzione di hosting scelta, è fondamentale assicurarsi che esso sia in grado di garantire il rispetto di alcuni requisiti, la cui presenza è determinante anche ai fini della messa a punto di una corretta e proficua attività di ottimizzazione per i motori.
E’ bene affidarsi a compagnie di hosting in grado di garantire un uptime soddisfacente (server con 99% di uptime garantito). E’ fondamentale che non si verifichino problemi di downtime del sito, specie se prolungati nel tempo: se il motore di ricerca dopo un certo numero di tentativi continua a non ricevere alcuna risposta dall’host, sussiste il rischio concreto di una diminuzione complessiva del ranking o, addirittura, della rimozione del sito dall’indice.
Se il target di udienza del sito è italiano, è consigliabile optare per un servizio hosting che abbia i propri server in Italia: i tempi di risposta saranno più brevi (a beneficio dell’usabilità del sito per i visitatori provenienti dall’Italia). Si consideri inoltre che i motori di ricerca valutano positivamente il fatto che il server si trovi nella località di appartenenza del bacino di utenza del sito (il riconoscimento della posizione geografica del sito avverrà attraverso l’IP del server).
Oltre che essere un elemento indispensabile ai fini dell’usabilità del sito, la velocità di risposta del server assume un’importanza particolare in ambito SEO. Con l’introduzione del nuovo sistema di indicizzazione di Google, “Caffeine”, la velocità di caricamento delle pagine web è divenuta di fatto uno dei parametri in grado di incidere sul posizionamento del sito.
Quando ricorriamo ad un hosting condiviso ci viene assegnato un indirizzo IP condiviso: lo stesso IP può essere utilizzzato da centinaia o migliaia di siti web sui quali non abbiamo diretto controllo. Se gran parte dei siti che utilizzano il suddetto indirizzo IP sono inseriti in una blacklist (costituendo il cosiddetto Bad Neighborhood, “Cattivo Vicinato”), esiste una minima possibilità che il motore di ricerca imponga penalizzazioni a livello IP della macchina, andando a colpire anche i siti leciti.
Se non è possibile optare per una soluzione di hosting dedicato o ottenere dal provider un indirizzo IP dedicato al nostro sito, può essere utile procedere ad un controllo del “vicinato” utilizzando i tool online che permettono di effettuare un reverse IP lookup.
Si tenga ad ogni modo conto che, se la presenza di un “Cattivo Vicinato” poteva costituire una minaccia degna di considerazione fino a qualche anno fa, oggi il rischio che ciò comporti una penalizzazione a carico del sito sembra essersi considerevolmente ridotto (come confermato dallo stesso Matt Cutts, ingegnere del team anti-spam di Google).
Aspetto essenziale per consentire la messa a punto di alcuni interventi in un progetto di ottimizzazione (URL rewriting, implementazione redirect 301, ecc.)
L’utilizzo di sottodomini può contribuire alla migliore gestione dei contenuti di un sito, specie in presenza di grandi progetti e grosse quantità di contenuti: è consigliabile scegliere una soluzione di hosting che non precluda la possibilità di creare, all’occorrenza, domini di terzo livello.
Deve esservi la possibilità di accedere ai dati di file di log, per comprendere provenienza e comportamento dei visitatori delle nostre pagine web, interpretare l’attività degli spider dei motori di ricerca, consentire la risoluzione di problemi ed errori e agevolare la messa a punto di analisi approfondite nell’ambito di una strategia SEO.
La quantità di spazio su disco necessaria dipende dalla quantità di contenuti che il sito è chiamato ad ospitare. In presenza di un sito di poche pagine ed una quantità limitata di contenuti, uno spazio di alcune centinaia di MB può essere più che sufficiente. Se il sito è destinato ad ospitare una quantità consistente di contenuti (soprattutto immagini, video, file MP3, ecc.) può esservi l’esigenza di ricorrere ad uno spazio su disco di alcuni GB.
La scelta della banda deve essere orientata dalla stima del traffico che si ritiene possa avere il sito una volta online: maggiore è il traffico potenzialmente ottenibile, maggiore la quantità di banda di cui sarà necessario disporre.
La scelta di un piano di hosting Windows o Linux sarà dettata dalle caratteristiche del sito web da ospitare. Se il sito web utilizza PHP/MySQL o si ha intenzione di ricorrere a linguaggi di programmazione come Perl, CGI, SSI, occorre scegliere un piano Linux. Se il web utilizza ASP o .NET, occorre optare per un hosting che supporti una piattaforma Windows.
Uno dei compiti principale della compagnia di hosting è quello di occuparsi della corretta manutenzione dei server. E’ bene accertarsi che vi sia un controllo efficiente e continuo delle apparecchiature, dei software e di tutto ciò che è necessario per garantire un regolare funzionamento del servizio.
E’ importante avere la certezza di poter contare su un team di supporto competente e disponibile, nell’eventualità in cui si verifichino problemi tali da richiedere interventi tempestivi per essere risolti.
Deve essere garantita libertà di accesso ai propri file, senza alcun limite di traffico FTP per il caricamento dei file.
Anche dopo essersi assicurati che la soluzione di hosting scelta rispetti i suddetti requisiti, è buona norma dedicare un po’ di tempo alla raccolta di informazioni sul servizio e sul provider di riferimento, così da non incorrere in spiacevoli sorprese.
Tra gli strumenti più utili per questa attività di ricerca segnaliamo il motore di ricerca di Twitter, Omgili (forum search engine) e Social Mention (social media search engine), come suggerito da Search Engine Journal.